Vecchi concetti malthusiani applicati all'ambiente

Gazzetta del Sud
L’illustre politologo Giovanni Sartori ha scritto l’editoriale di Ferragosto del Corriere della Sera con il solito stile e l’eccellente argomentare come Lui e pochi altri giornalisti sanno fare.
La “questione ambientale” è un argomento assai di moda ed Egli, insigne maestro di scienza della politica, è riuscito a comunicare al lettore concetti difficili, in modo semplice e comprensibile.
Occorre tuttavia segnalare che l’argomento divulgato è di grande contenuto scientifico e pertanto, nel trattarlo, è d’uopo una certa cautela, per non cadere in possibili errori grossolani.
Nel caso nostro, l’autorevolezza del giornale e quella dell’editorialista fanno a pugni purtroppo con le tesi correnti sostenute. Esse sono:
– Ai giovani non interessa affatto la difesa del Pianeta da una “catastrofe ecologica che andrà a rendere invivibile anche la vita dell’uomo”, avallata pressoché unanimemente dagli scienziati.
– I cambiamenti climatici accelerati di oggi sono solo il frutto dell’attività umana.
– Le risorse disponibili sulla Terra, come cibo ed acqua, risultano limitate.
– La Terra non può più sopportare l’annunciata “bomba demografica”.
Tali affermazioni sono facilmente confutabili.
Intanto non è affatto vero che i giovani si disinteressino della difesa dell’Ambiente: a palese dimostrazione di ciò sappiamo che centinaia di migliaia di essi frequentano centri di ricerca e luoghi di formazione pre e post universitari sui temi ambientali, mentre milioni di giovani volontari, sono dediti alla pulizia del Pianeta. Semmai negli ultra-quarantenni resistono i vecchi schemi dell’ecologia parolaia, buona per ottenere posizioni di prestigio nella Società e sempre più spesso nella Politica.
La Scienza, quella vera, al cui servizio vi è un esercito di operatori silenziosi, che non si piegano al volere del “principe”, non ha mai avallato le “certezze” degli esperti, assunti dall’ONU, (tutti nominati dai Governi), che privilegiano la fauna e la flora rispetto allo sviluppo dell’umanità. La caratteristica principale dello scienziato infatti è quella del dubbio e della continua ricerca teorica e sperimentale, il cui intreccio forma la base del pensiero scientifico moderno.
Sappiamo per certo che nell’ultimo secolo il cibo e le risorse rinnovabili sul pianeta Terra sono cresciuti di almeno venti volte, mentre la popolazione è soltanto triplicata e che l’acqua dolce esistente è almeno cento volte superiore alle attuali necessità, senza contare la possibilità del ricorso alla desalinizzazione dell’acqua del mare.
La scarsità di cibo e di acqua in alcune zone del Pianeta costituisce invece un grande problema politico ed economico da risolvere come tale in questi ambiti.
Occorre infatti impegnarsi tutti, e in primo luogo le Organizzazioni Internazionali, a favorire lo sviluppo delle forze produttive endogene di quei paesi affinché i loro popoli si avvicinino ai nostri livelli di vita, invece di pensare ad un nostro improbabile impoverimento che ci riporti ai livelli di un secolo fa.
In conclusione, a parte le carenti dimostrazioni delle tesi sopra esposte, desta meraviglia la sicurezza con cui Egli esprime vecchi concetti malthusiani, come fossero nuovi da imparare a memoria, facendo il gioco di chi sostiene che l’uomo sia divenuto ormai il “cancro del Pianeta”, da curare riportandone il numero a quello di un secolo fa.

on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



Commenti e Pings non sono al momento consentiti.