Osservatorio del 3 maggio 2010

GLI AVVENIMENTI POLITICI DI OGGI IN ITALIA: LA NOVITA’ SICILIA

 Se ci domandassimo qual è l’avvenimento politico più importante degli ultimi tre giorni, dovremmo decidere su almeno quattro titoli: i guai del ministro Scajola, la battaglia fratricida tra gli ex di Alleanza Nazionale, il gesto di orgoglio del segretario Bersani ad Anno Zero, il “ribaltone” di Lombardo in Sicilia. Noi scegliamo quest’ultimo.

Il governatore Raffaele Lombardo, nonostante gli attacchi espliciti e non del Cavaliere, sta caparbiamente percorrendo la nuova via che può essere contagiosa specialmente nelle regioni del Mezzogiorno. L’azione di Lombardo è stata a lungo da tutti sottovalutata, sino al voto sulla finanziaria regionale dell’altro giorno. Quel voto ha determinato di fatto la nascita di una nuova maggioranza politica in Sicilia che comprende il Partito Democratico, il quale dall’esterno dell’Esecutivo si è fatto carico dei gravi problemi della regione più estesa d’Italia, depauperata, come il resto del Sud, delle risorse proprie per aiutare regioni ben più ricche del Nord.

È la crisi spaventosa economica e sociale del Sud che ha determinato la nuova situazione politica siciliana e non gli intrighi di palazzo, come vorrebbero far credere gli uomini del presidente del Consiglio. Hanno avuto certo la loro importanza i continui attacchi del centrodestra al Movimento per l’Autonomia di Lombardo, a cui il PdL ha sottratto quattro deputati e un sottosegretario, come pure l’iniziativa parlamentare di limitare i poteri del governatore siciliano.

Sta di fatto però che Lombardo e dirigenti siciliani del PD come Lumia e Cracolici hanno avuto il coraggio di avviare un percorso innovativo della politica siciliana, che potrebbe essere imitato non solo al Sud ma anche a Roma, vista la bramosia di potere che sempre più dimostrano il PdL ufficiale e soprattutto la Lega nord. A proposito, Bossi non solo non farà il tifo per la nazionale in Sud Africa, ma non parteciperà nemmeno alla festa per l’Unità d’Italia.

 LA SFORTUNA DI OBAMA

 Alla crisi economica mondiale provocata dagli intriganti boss di Wall Street, all’eredità guerrigliera di Bush, altri guai si sono aggiunti nei giorni scorsi per il presidente americano: la nuova minaccia terroristica nel cuore dell’America e la sciagura terribile del Golfo del Messico con la rottura della piattaforma petrolifera della BP.

Come avvenne per l’uragano Katrina, la grande potenza americana che ha lasciato sempre alle multinazionali private di garantire la sicurezza dei cittadini, è risultata impreparata. Non si può affidare però la sicurezza mondiale alle grandi compagnie internazionali private.

L’era dei pozzi sottomarini andava affrontata con tutte le garanzie previdenziali, e invece oggi ascoltiamo la BP dire: non sappiamo che fare.

È chiaro ormai a tutti che prevenire queste sciagure è possibile se ad essere protagonisti saranno gli Stati che devono avere a cuore la sicurezza dei popoli. Con gli idrocarburi i privati forniscono energia senza controlli pubblici, e questo può avere effetti deleteri sulla nostra salute.

È tempo di pensare seriamente al superamento del motore a scoppio e di guardare con più attenzione all’energia del nucleo atomico, che è infinitamente più grande e, se garantita dalle tecnologie più avanzate, può diventare l’unica energia veramente pulita, il cui costo sarà alla portata anche dei paesi poveri, che si potrebbero affrancare così dalla schiavitù delle multinazionali.

Oggi la sicurezza dell’energia atomica è gestita dagli Stati attraverso organismi sovranazionali. Quella dell’energia petrolifera è tutta nelle mani delle grandi sorelle, inquinatrici del mondo.

L’Alaska, l’Australia ed ora il Golfo del Messico insegnano all’umanità che nessun abitante del pianeta è al sicuro finché si continuerà così.



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