Squilibrio di poteri economici tra Nord e Sud

Gazzetta del Sud
Alla fine del 2007, in questa pausa festiva, è d’uopo fare qualche riflessione più distaccata che potrà essere utile per il lavoro del 2008. Il Governo in fondo se l’è cavata, nonostante le difficoltà interne alla Maggioranza e gli ostacolo frapposti dall’Opposizione. Prodi ha fatto il suo dovere e ci auguriamo che continui a farlo. I partiti tutti invece non hanno brillato. Essi hanno dato l’impressione di agire per fini interni. Il pubblico legge il loro modo di fare come pura difesa dei propri privilegi. Ma i politici hanno margine di manovra per migliorare la politica e magari se stessi? Per rispondere a questa domanda occorre esaminare bene i fatti. I fatti globalmente fanno dedurre che le grandi decisioni nel mondo, in Europa e in Italia sono determinati dai potentati economici dominanti. Basti pensare ai padroni del petrolio, del gas, del commercio. In Europa non c’è Direttiva che non sia dettata da interessi economici predominanti negli Stati forti. In Italia avviene lo stesso.
La forza politica del Nord è dovuta alla sua forza economica. E l’ingordigia è tale che quando i potentati economici del Nord ritengono che il Governo, con qualche suo atto, possa aver ridotto il volume dei loro affari si uniscono e muovono a loro difesa Istituzioni, partiti e sindacati. In questi casi mettono da parte le regole del mercato e gli interessi generali dell’Europa e dell’Italia pur di allungare il loro predominio.
L’episodio Alitalia di questi giorni è tipico: sono contro la vendita ad Air France non perché ritengono che il concorrente italiano abbia un progetto di rilancio migliore, il che potrebbe anche essere, ma solamente perché la soluzione danneggerebbe l’aeroporto milanese Malpensa, nato male e gestito peggio. Essi difendono Malpensa perché gestisce 15 milioni di passeggeri l’anno del Centro-Sud, costretti a usare quell’aeroporto, quasi ignorati dagli stessi “Padani”.
E il sud? La compattezza non passa nemmeno lontanamente per la testa della sua classe dirigente. Qui mancano i potentati economici; ci sono soltanto piccoli gruppi spesso in simbiosi con la politica e dipendenti quasi sempre da quelli del Nord.
La società civile spesso si ribella senza porsi obiettivi chiari e alla fine è piegata a queste forze politiche ed economiche subalterne a quelle del Nord. E la politica del Sud? I “governatori” guardano solo dentro casa, senza accorgersi che questo modo di fare conferma tutto quello che loro stessi denunciano. Purtroppo alla mancanza di potentati economici suppliscono i potentati mafiosi, che dettano le regole.
Ma c’è governatore e governatore. E’ forse vero ma i risultati diversi quali sono? Cuffaro, Loiero, Bassolino, Vendola, De Filippo si sono mai uniti per affermare una loro linea coerente di difesa dei diritti e di sviluppo economico e sociale? Non ricordo alcun atto in questa direzione. Cosa fare allora per tentare di invertire la rotta? Va riformata la politica dal basso; vanno cambiati gli obiettivi e le strategie. Ad esempio in Calabria, dove i pur lodevoli tentativi di Loiero vengono puntualmente azzerati dai vecchi Partiti, le speranze sono riposte oggi nel nuovo Partito Democratico e in quello altrettanto nuovo di Italia dei Valori.

on. Aurelio Misiti
Segretario Regionale di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



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