O.d.g. dell'On. Misiti sul taglio delle risorse che penalizza il pendolarismo

Ordine del Giorno 9/1185/49
presentato da
AURELIO SALVATORE MISITI
giovedì 26 giugno 2008 nella seduta n.024

La Camera,
premesso che:
all’elenco di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legge in esame il Governo ha tagliato le risorse destinate al trasporto pubblico, ed in particolare a quello locale: così si intende fronteggiare i costi delle misure fiscali da esso varate;
i circa 400 milioni di euro riservati al trasporto pubblico per il triennio 2008-2010 serviranno al Governo per coprire il taglio dell’ICI e, probabilmente, per finanziare Alitalia;
in questa situazione, che va a pesare su un sistema già in gravi difficoltà, Trenitalia dovrà rivedere la propria offerta ferroviaria per far fronte ai tagli e limitare i danni ai passeggeri;
i tagli si indirizzeranno a tutti quei convogli in perdita, che riescono a raccogliere un numero di passeggeri sensibilmente inferiore rispetto alla loro effettiva portata: ad esempio già a partire dal 15 giugno sono stati soppressi una ventina di Intercity, soprattutto in Toscana e in Emilia-Romagna;
la situazione, inoltre, viene ulteriormente aggravata dal fatto che le regioni non pagano i costi di loro spettanza: questo perché, la legge finanziaria per l’anno 2008 ha cancellato i trasferimenti dallo Stato alle regioni dedicati al trasporto pubblico, così le amministrazioni non possono onorare gli impegni assunti con le ferrovie,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di adottare le adeguate iniziative normative volte a rifinanziare il Fondo di cui all’articolo 1, comma 304, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, al fine di fronteggiare un’emergenza alquanto critica nel settore del trasporto pubblico locale.
9/1185/49. Misiti.

PRESIDENTE. L’onorevole Misiti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1185/49.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, il mio ordine del giorno ha l’obiettivo di cercare di limitare i danni in un settore fondamentale della vita italiana, che riguarda milioni di pendolari.
All’elenco di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto-legge in esame, il Governo ha tagliato le risorse destinate al trasporto pubblico e, in particolare, a quello locale. In questo modo, si intende, forse, fronteggiare i costi delle misure fiscali che sono state varate. Nel triennio 2008-2010, erano riservati al trasporto pubblico 400 milioni di euro: essi serviranno al Governo per coprire il taglio dell’ICI.
Pertanto, si vengono a trovare in gravissime difficoltà numerose regioni, come anche Trenitalia, che dovrà rivedere la propria offerta ferroviaria, per far fronte a questi tagli e limitare i danni ai passeggeri. Naturalmente, i tagli si dirigeranno verso quei rami in perdita, che riescono a raccogliere un numero di passeggeri sensibilmente inferiore rispetto alla loro effettiva portata. Ad esempio, già a partire dal 15 giugno, sono state soppressi una Pag. 8ventina di Intercity, soprattutto in Toscana ed in Emilia Romagna.
La situazione, inoltre, viene ulteriormente aggravata dal fatto che le regioni non pagano i costi di loro spettanza, perché la legge finanziaria per il 2008 ha cancellato i trasferimenti dello Stato. Pertanto, vorremmo sapere cosa devono fare i pendolari in questa situazione drammatica per loro che già sono i viaggiatori più modesti, i più poveri, e che hanno bisogno di recarsi al lavoro utilizzando il treno?
Pertanto, il Governo si deve impegnare ad adottare iniziative che possano rifinanziare il fondo di cui all’articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in modo tale che si possa fronteggiare quella che diverrà, nei prossimi mesi, un’emergenza. Si tratta di un’emergenza che costerà moltissimo alle classi disagiate, a quelle che già sono scese al di sotto della soglia di povertà e, quindi, a coloro che non hanno e a cui non si dà la possibilità di usufruire di queste offerte ferroviarie e che, quindi, dovranno ricorrere alla mobilità privata in tempi di aumenti così forti della benzina e del gasolio. Ma ci rendiamo conto di cosa significa tutto ciò?
Ritengo che questo ordine del giorno possa essere accolto dal Governo, perché impegna soltanto per il futuro a provvedere all’adozione di normative che possano rifinanziare un fondo già istituito con una legge del 2007. Pertanto, faccio appello soprattutto ai deputati della maggioranza, ma anche a quelli dell’opposizione, i quali si sono sempre dimostrati sensibili ai bisogni dei pendolari, che sono uno dei grandi problemi: non voglio parlare qui – chiaramente se ne occuperanno altri ordini del giorno – dello scippo che è stato perpetrato nei riguardi delle regioni più povere del Paese, dove il PIL è pari alla metà di quello delle regioni più ricche. La Sicilia e la Calabria sono state defraudate di investimenti sulle infrastrutture, trasformati in spesa corrente…

PRESIDENTE. Onorevole Misiti, la prego di concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. La ringrazio, signor Presidente, di avermi dato la possibilità di intervenire e spero che la maggioranza e il Parlamento accolgano il mio ordine del giorno n. 9/1185/49.



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