INFRASTRUTTURE: MISITI, NEL GOVERNO SERVE UN TECNICO ESPERTO

(AGENPARL) – Roma, 02 dic – “I banchieri possono fare le opere pubbliche? La mia risposta è si a condizione che abbiano consapevolezza almeno sui seguenti quattro punti: i codici vigenti su lavori e forniture e sull’ambiente sono quanto di più complesso e contorto si possa immaginare con allungamenti insopportabili dei tempi burocratici dell’iter approvativo di qualunque lavoro pubblico; le stazioni appaltanti sono troppo numerose e molto spesso impreparate per la bisogna; ai Ministeri sono rimasti poteri di indirizzo, programmazione e finanziamento, mentre quelli di realizzare concretamente l’opera sono intestati alle Regioni e agli Enti Locali, alle società concessionarie comprese le FFSS e alle autorità portuali; le opere pubbliche sotto soglia comunitaria sono rapidamente cantierabili mentre le grandi opere, se non progettate e approvate, hanno bisogno di un iter burocratico di qualche anno”. Lo afferma Aurelio Misiti del Gruppo Misto, ex viceministro delle Infrastrutture, a margine di un incontro sulle “SOA”- società organismo di attestazione delle imprese di costruzioni.

“In base a quanto sopra e alle urgenze della nostra economia – continua – andrebbe inserito nel Governo almeno un esperto tecnico che capisca la differenza nel realizzare le piccole o le grandi opere; e visto che c’è stato un “qui pro quo di omonimia” per i sottosegretari, si faccia giurare subito il Franco Braga indicato dall’ex Ministro Matteoli e poi a gennaio si parta con migliaia di piccoli cantieri per la prevenzione sismica in tutto il territorio nazionale, gestiti e coordinati dai Provveditorati alle Opere Pubbliche del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
L’Autorità dei Lavori Pubblici stima che in questi casi l’investimento pubblico di un miliardo di euro muove otto miliardi privati nel sistema produttivo, con evidenti riflessi occupazionali ed effetti positivi sulla domanda”.



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