QUESTION TIME: MISITI INTERROGA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE SULLE POLITICHE DELLO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DEL MEZZOGIORNO

Al Ministro dell’economia e delle finanze.

– Per sapere – premesso che:

i principali organismi istituzionali italiani, europei e internazionali ritengono che per far decollare l’economia italiana occorra sviluppare il Mezzogiorno;

le indagini statistiche dei più importanti istituti di ricerca (Svimez, ufficio studi Banca d’Italia, Istat, uffici studi Osce ed altri) dimostrano che nel Sud Italia la disoccupazione giovanile e, in particolare, femminile risulta in percentuale tra le più alte dell’intero continente;

l’emigrazione giovanile verso il Nord Italia e gli altri Paesi europei ha raggiunto valori così elevati, tali da far considerare le regioni meridionali «spopolate» della maggioranza della popolazione intellettuale, con dannosi effetti sulla stessa formazione della nuova classe dirigente meridionale;

la crisi economica in atto, diversamente da quanto avvenuto in quella del 2008 quando la preponderanza dei lavoratori pubblici rispetto a quelli privati ha salvaguardato in qualche modo il potere d’acquisto delle famiglie, colpisce duramente più che altrove l’occupazione in tutti i settori, riducendo sensibilmente le disponibilità finanziarie dei cittadini e delle piccole imprese presenti nel territorio, soprattutto quelli operanti nel turismo e nell’agricoltura;

la stretta del credito per questi operatori rischia di far fallire le imprese degli unici comparti che hanno retto fino al 2010;

gli effetti del patto di stabilità e delle minori entrate nei bilanci dei comuni contribuiscono alla recessione e alla drastica riduzione dell’occupazione negli enti legati alle amministrazioni locali;

i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione verso le imprese che hanno eseguito lavori pubblici e verso le aziende private che operano nel campo sanitario, complice anche la stretta sul credito, costringono molte di queste a portare i libri in tribunale;

il gap infrastrutturale rispetto al Nord del Paese, aggravatosi nell’ultimo decennio, se non verrà superato al più presto, costituirà un ulteriore ostacolo alla ripresa economica del Sud;

la carenza di trasporti pubblici locali e nazionali, dovuta a scelte delle aziende di Stato che hanno comportato tagli indiscriminati dei servizi ferroviari e navali, ha contribuito ad aggravare il disagio dei cittadini;

il fondo per le aree sottoutilizzate, istituito con la legge finanziaria per il 2003 e modificato con la legge finanziaria per il 2007, è lo strumento di finanziamento – con risorse aggiuntive nazionali – delle politiche di sviluppo per le aree sottoutilizzate del Paese, insieme alle risorse ordinarie, comunitarie e nazionali di cofinanziamento;

nella legge finanziaria per il 2007 era prevista per il settennio 2007-2013 una dotazione per il fondo per le aree sottoutilizzate di 63,3 miliardi di euro, di cui 53,7 miliardi erano destinati al Mezzogiorno;

il Cnel ha fatto il quadro della politica di programmazione 2007-2013 dei fondi europei e dei fondi per le aree sottoutilizzate, certificando che 28 miliardi di euro di questi ultimi, sono stati sottratti al Mezzogiorno d’Italia -:

se il Governo sia intenzionato ad assegnare al tema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno una valenza prioritaria nell’ambito della politica economica nazionale e di quella comunitaria di coesione e ad assumere politiche in grado di favorire la localizzazione di nuove attività produttive, agendo sulla fiscalità di vantaggio per attrarre capitali, nonché sulla politica infrastrutturale per superare il gap con il resto del Paese, completando il sistema ferroviario e quello autostradale nelle regioni meridionali.



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