Liberalizzare la mobilità ferroviaria evitando un obsoleto monopolio

Gazzetta del Sud
LA CONCORRENZA CONSENTE ABBATTIMENTI DEI PREZZI DI TRASPORTO DELLE PERSONE E DELLE MERCI
Non c’e’ dubbio che nel nostro paese la parola liberalizzazione è strettamente legata al nome del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Bersani.
I suoi primi provvedimenti in questa materia hanno raggiunto in gran parte l’obiettivo di una congrua riduzione dei prezzi al minuto.
Dopo i medicinali, i mutui, i taxi, le banche, i telefonini e ora le liberalizzazioni in campo energetico, ci permettiamo di segnalare la necessità di intervento liberalizzatorio nel settore della mobilità.
Esaminiamo il quadro generale e le varie modalità di trasporto.
In campo stradale diventa sempre più realistica la trasformazione dell’ANAS in Concessionaria pubblica per la gestione delle strade e delle autostrade, mentre la funzione di Concedente non può che andare direttamente nelle mani dello Stato.
Ciò vuol dire che la Concessionaria ANAS, parteciperà ai bandi di gara che si terranno nel Continente come le altre Concessionarie europee.
Nel settore stradale e autostradale quindi la liberalizzazione è già in atto.
Nel settore aereo, da almeno un decennio, è stato superato il monopolio della compagnia di bandiera; ciò ha consentito di ottenere tariffe sempre più convenienti.
Le vie del mare sono libere di essere percorse da navi passeggeri e mercantili pubbliche e private.
Anche in questo settore la libera concorrenza consente abbattimenti dei prezzi di trasporto delle persone e delle merci.
Resta da esaminare la mobilità ferroviaria.
E’ noto che si tratta di una mobilità che presenta notevoli vantaggi per economicità e salvaguardia dell’Ambiente; Per questo motivo in molte Regioni europee si è avviato un vero e proprio programma detto “cura del ferro”.
E’ chiaro quindi che tutti gli Stati della Comunità si prefiggano di realizzare un sistema efficiente ed economico, sviluppando nuove tecnologie che consentono di competere con il trasporto aereo.
Sono nati così i treni superveloci giapponesi, il TGV francese, il treno POPULAR spagnolo, l’alta velocità tedesca e il TAV italiano, in fase di realizzazione.
Gli ostacoli frapposti all’attraversamento delle Alpi in Piemonte e la scelta delle Ferrovie dello Stato di non realizzare il Treno ad Alta Velocità Napoli – Palermo, costituiscono purtroppo eventi straordinariamente negativi, che rischiano di collocare il nostro paese nella zona depressa del Continente.
La holding ferroviaria, che tiene unite le due società operative (RFI e Trenitalia) con “missioni” del tutto diverse tra loro, è destinata ad essere superata nel medio periodo.
RFI costruirà e gestirà per conto dello Stato il patrimonio infrastrutturale ferroviario italiano, mentre Trenitalia sarà sul mercato per gestire una parte della mobilità.
Verrà superato così l’attuale monopolio, che comporta aumenti delle tariffe non sottoposti al vaglio del libero mercato, tanto che ad esempio si potrebbe arrivare a lievitazioni del 25% nel solo anno 2007.
Ci domandiamo allora: se risulta valida l’intermodalità è anche giusto che ciascuno dei quattro settori debba avere comportamenti omogenei di fronte allo Stato e agli utenti? La nostra risposta è affermativa.
E’ del tutto illogico infatti che ci sia una sola modalità di trasporto in regime di monopolio che si confronti con le altre tre nel libero mercato, acquisendo un’ oggettiva posizione dominante.

on. Aurelio Misiti
deputato di Italia dei Valori
www.aureliomisiti.it



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