CALABRIA: MISITI, IDEA MARRA SU CONVENTION E’ POSITIVA, PRONTO A DARE CONTRIBUTO

Roma, 28 giu. (Adnkronos/Labitalia) – “Ritengo che ogni iniziativa che va nella direzione dello sviluppo della Calabria e dell’intero Mezzogiorno e’ assolutamente positiva. Se arriva da uno dei piu’ importanti uomini di Calabria che e’ riuscito ad affermarsi al di fuori di essa, arrivando a rappresentare una delle realta’ aziendali piu’ importanti nell’editoria, e’ ancora piu’ positiva”.
Cosi’ Aurelio Misiti, deputato calabrese del Grande Sud-Ppa, commenta con LABITALIA, la proposta lanciata nei giorni scorsi, in occasione del premio internazionale ‘La Calabria nel mondo’, dal presidente del Gruppo Gmc Adnkronos, il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Marra, di una grande convention di studio di calabresi, da tenere a ottobre, in collaborazione con il governo regionale e le istituzioni del territorio, per sviluppare progetti concreti per la Calabria e la sua economia.

“Mi prenoto fin da adesso -conclude Misiti– per essere presente all’iniziativa per dare il mio contributo”.

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Intervento in Aula del capogruppo di Grande Sud, On. Aurelio Misiti, sul DDL: Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita

Signor Presidente, signori membri del Governo, la componente Grande Sud del gruppo Misto auspica che il Presidente Monti affronti domani gli incontri portando la comune volontà del Parlamento di sostenerlo sui temi generali europei, quelli del debito sovrano, dell’abbassamento dello spread, ed altri. Nelle mozioni che approveremo in serata speriamo che ciò venga espresso con chiarezza.
La legge che il Governo vuole invece sia approvata con la fiducia, riguardante il mercato del lavoro, non ci soddisfa, perché non contiene nulla che possa dare un impulso alla rinascita del Mezzogiorno d’Italia, e non vediamo per quale motivo dovremmo approvarla così velocemente, perché ce lo ordinano dall’esterno. Una legge sul mercato del lavoro riguarda certamente il territorio dove il mercato c’è; una legge sul lavoro invece deve avere come obiettivo di attrarre imprese, imprenditori e capitali nella parte del Paese che può svilupparsi. Altre nazioni che hanno lo stesso PIL della parte del Paese detta Mezzogiorno si sviluppano, in questi anni di crisi, a due cifre.
Il primo articolo del provvedimento riguarda questioni essenziali come la flessibilità all’entrata e all’uscita del lavoro, ma sono questioni che riguardano sempre pochi lavoratori del Mezzogiorno perché la stragrande maggioranza dei lavoratori, chi lavora nel Mezzogiorno, è dipendente pubblico, su cui si vuole anche intervenire.
Abbiamo motivato ieri il nostro atteggiamento benevolo verso il Governo in questa occasione del confronto europeo, ma non possiamo accettare che non ci sia un provvedimento specifico sul lavoro che riguardi il Mezzogiorno d’Italia.
Se si aggiunge a questo disagio del Mezzogiorno anche il taglio lineare sulla giustizia, con gravi ripercussioni negative sulla lotta alle mafie e pure sull’occupazione, il quadro diventa ancora più chiaro. Se queste questioni non vengono affrontate con successo, i nostri parlamentari non possono che collocarsi, in futuro, all’opposizione. Se questo ragionamento lo faranno anche gli altri parlamentari meridionali, il Governo tecnico avrà una durata non lunga. Forse ha ragione chi dice che Monti va bene per l’estero e che per la politica interna ci sia bisogno di un coinvolgimento diretto dei partiti di maggioranza. È così? Lo dicano i diretti interessati.
Il sud ha bisogno di attrarre investimenti e, quindi, ci vuole stabilità politica e ha bisogno, certamente di innovazione, anche contrattuale, ad esempio con i contratti regionali integrativi e di categoria, e di un piano di opere pubbliche piccole, medie e grandi che, sicuramente, avvii la ripresa economica in quel territorio. Abbiamo bisogno di sicurezza in quei territori, abbiamo bisogno di avere qualcosa com’è stato dato alla Germania dell’Est negli anni Novanta. Ecco perché la Germania si è sviluppata così velocemente, perché si è potuta sviluppare la Germania dell’Est.
Se da Bruxelles, quindi, non saranno mandati segnali positivi all’Italia, se il Presidente Monti torna con le mani vuote, è chiaro che non capiamo cosa ci stiamo a fare qui a votare le fiducie ad un Governo che ha basato tutto sul rigore e che non riesce ad ottenere nulla per il territorio, così disagiato, della sua nazione. I deputati di Grande Sud, in questo caso, in attesa di avere questi risultati, intanto annunciano un voto di astensione sul provvedimento.

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Lavoro: Misiti, Grande Sud vota si’ a fiducie ma a Meridione serve altro

(ASCA) – Roma, 26 giu – ‘Grande Sud votera’ si’ alle quattro fiducie chieste dal governo sul ddl lavoro. Lo facciamo esclusivamente per senso di responsabilita’. In un momento cosi’ delicato, indebolire ancora di piu’ il governo significherebbe ridurne l’autorevolezza ai tavoli europei e mondiali nei quali si discutono le strategie di crescita da contrapporre al perdurare della crisi’. Lo annuncia, in una nota, il capogruppo di Grande Sud a Montecitorio Aurelio Misiti.
‘Sul piano dei contenuti – spiega l’esponente del movimento arancione – e’ nostra convinzione che il ddl non modifichera’ piu’ di tanto il quadro a tinte scure che caratterizza il mondo del lavoro al Sud. I miglioramenti, qualora ci fossero, sarebbero modesti. Proprio per questo – aggiunge – chiediamo al governo di agire, con un nuovo provvedimento ad hoc, per rendere piu’ libero e concorrenziale il sistema dell’occupazione nel Meridione’.
Per Misiti ‘le imprese e i capitali italiani non debbono essere costretti ad emigrare in Croazia, Romania, Albania o Turchia ma devono essere attirati dalle condizioni favorevoli del Sud, in termini di ridotta burocrazia e di contratti regionali integrativi. In altre parole – conclude il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati -, va superato il vecchio contratto nazionale di lavoro mantenendo tale solo la parte giuridica, mentre per quella economica vanno tenuti presenti tutti gli elementi sociali dei territori, che comporterebbero cosi’ una drastica riduzione dei costi delle imprese rispetto a quelle operative nel centro-nord dell’Italia’.

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PIANO FAMIGLIA, MISITI (GRANDE SUD): “GIU’ LE MANI DAI FONDI UE PER IL SUD”

(9Colonne) Roma, 8 giu – “Grande Sud si batterà in Parlamento e nei territori per il recupero dei 28 miliardi di FAS deviati al Nord e vigilerà affinchè i 730 milioni di fondi strutturali recuperati dal Ministro Barca siano spesi effettivamente nelle quattro regioni del Mezzogiorno”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti.
“Il Consiglio dei Ministri nella seduta di ieri – spiega l’esponente del movimento arancione – ha approvato il Piano nazionale per la famiglia, preparato dai precedenti Governi e mai approvato per mancanza di copertura finanziaria. Il Governo tecnico, invece – continua -, ha deliberato sostanzialmente lo stesso testo, che non può non avere la nostra convinta approvazione, anche se la carenza di finanziamenti non è ancora superata, in quanto quelli individuati in Consiglio dei Ministri, oltre agli 81 milioni già attribuiti al Ministero della Famiglia, consisterebbero nel piccolo ‘tesoretto’ di 730 milioni di fondi strutturali destinati al Sud in ritardo di utilizzazione”.
“Il Governo e il Parlamento – sottolinea Misiti – sono chiamati a rispettare la destinazione alle politiche famigliari nelle regioni Puglia, Campania, Calabria e Sicilia e a non seguire l’esempio dei Governi precedenti, che, in materia di fondi strutturali o di fondi per le aree sottoutilizzate, hanno ribaltato, senza battere ciglio – conclude -, i rapporti stabiliti dalla legge che prevedevano l’85 per cento al Sud e il 15 per cento al Centro-Nord”.

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DIBATTITO ALLA CAMERA SU DDL COMMISSIONI BANCARIE, INTERVENTO DELL’ON. MISITI

                                                                                                                                                                                                                                           Signor Presidente, signori del Governo, questa ennesima fiducia che Grande Sud compatto ha votato ieri cade in un momento di gravissima crisi economica europea e internazionale.
La lunga fila dei nostri fratelli greci, mostrata dalla televisione, davanti agli sportelli bancari per ritirare i propri risparmi in euro, ricorda quelle file sterminate davanti alle banche americane del 1929-1930 per ritirare i dollari depositati, che ad un certo punto non si trovavano più. L’appello del Presidente spagnolo, che annuncia rischi per il finanziamento del debito, è un altro sintomo che mette i brividi. LEGGI TUTTO…

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SUD, MISITI: “ADESSO PIANO PICCOLE E MEDIE INFRASTRUTTURE”

(9Colonne) Roma, 16 mag – “Numerosi osservatori politici mettono in rilievo la continuità dell’azione di Governo tra Berlusconi e Monti e forse non senza ragione se si osserva l’impegno dei due Governi nel proporre al Parlamento le proprie priorità: crisi economica e giustizia. Ma mentre il primo punto non si è potuto eludere né in Italia e né negli altri grandi Paesi occidentali aggrediti dalla crisi, sul secondo punto appare strano che l’iniziativa di Monti ricalchi esattamente quella del Governo precedente, inducendo una discussione infinita nel Paese e nelle aule parlamentari”. Così il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati Aurelio Misiti.
“Il precedente Esecutivo, specialmente nell’ultimo anno – spiega Misiti -, aveva tentato di modificare la tendenza ricorrendo a un rimpasto di Governo per favorirne l’inversione, il Governo tecnico non ha ancora preso coscienza che, come affermano i principali “opinion leader” internazionali, la via maestra per aggredire la crisi economica e sconfiggerla – aggiunge – è quella di realizzare in tempi brevi un programma vasto di infrastrutture reali e virtuali, piccole medie e grandi, che, come dimostrato in tutte le precedenti grandi crisi, costituiscono il volano fondamentale della ripresa economica”.
Per l’esponente del movimento arancione “sono inutili, come lo erano prima, gli annunci propagandistici sulle centinaia di miliardi di euro disponibili da investire nel settore delle costruzioni, senza dare alcuna indicazione su come si traducano in opere concrete. Non è dato sapere ad esempio – prosegue -come si intenda attrarre i fondi privati del mercato globale per integrare i pochi disponibili nelle casse dello Stato. Eppure ci sono esempi di brillanti operazioni da imitare affinché anche in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno si possa avviare quel circolo virtuoso che potrebbe favorire la ripresa economica e poi lo sviluppo in quel territorio, propedeutico rispetto a quello nazionale”.
“Grande Sud, nonostante che i fondi fossero già contenuti nel piano Fitto – evidenzia Misiti -, ha apprezzato la buona volontà del Governo espressa con l’ultima delibera CIPE relativa ai 2,3 miliardi di euro europei per il Sud, ed è comunque disponibile a collaborare con il Governo per trasformare i fondi previsti in progetti esecutivi cantierabili a partire da quelli più modesti ma diffusi nel territorio come il recupero degli edifici terremotati con relativi adeguamenti sismici e la manutenzione delle cosiddette “opere d’arte” quali ponti e viadotti stradali e ferroviari, di cui il nostro Paese ha estremo bisogno”.

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INFRASTRUTTURE: MISITI, AVVIARE PIANO PICCOLE OPERE SUD

(ANSA) – ROMA, 23 APR – ‘E’ encomiabile il tentativo del ministro Passera di comunicare al Paese che il governo dei tecnici non si occupa solo di tagli, rigore e tasse come l’IMU, ma anche di sviluppo economico. C’e’ da augurarsi pero’ che le cifre destinate alle infrastrutture, cioe’ circa 70 miliardi, vengano rapidamente destinate a progetti cantierabili nell’immediato, soprattutto nei territori meridionali dove, come e’ noto, le ferrovie e le autostrade attuali non sono affatto idonee a svolgere un ruolo attivo nel sistema economico europeo’. Cosi’ il capogruppo di Grande Sud alla Camera dei deputati, Aurelio Misiti.
‘Occorre attrezzare le ferrovie italiane, oltre a quanto oggi si sta facendo per il trasporto passeggeri – aggiunge l’esponente del movimento arancione -, per poter trasferire in tempi concorrenziali con la navigazione le merci provenienti dall’oriente dal Sud Italia (Gioia Tauro, Taranto, Cagliari) verso i ricchi mercati del centro nord italiano ed europeo. Va completata in tempi ragionevoli – prosegue – la rete autostradale nelle cinque regioni del Mezzogiorno comprendenti la stessa Sardegna. Cio’ richiede una politica del fare, liberata dalla compressione malavitosa, che possa attirare fondi di investimento provenienti dal mercato internazionale’.
Misiti annuncia che ‘Grande Sud e’ disponibile a collaborare con il Governo alla realizzazione di un grande piano nazionale che parta dalle piccole opere come la manutenzione straordinaria degli oltre 50.000 ponti stradali e ferroviari alla costruzione delle autostrade Taranto-Reggio Calabria, Gela-Castelvetrano, Palermo-Agrigento, Palermo-Alcamo-Mazara del Vallo, Alcamo-Dattilo-Trapani ‘Birgi’-Mazara Del Vallo, compresa la tangenziale esterna di Palermo, Cagliari-Sassari-Olbia, nonche’ alla costruzione del sistema ferroviario moderno ad alta velocita’ negli stessi territori. Un’azione di governo basata su un Piano cosi’ ambizioso – conclude il capogruppo del movimento arancione alla Camera dei deputati – paragonabile a quello della Germania dopo la caduta del muro o addirittura al piano americano dopo la grande depressione, rappresenterebbe la vera strada da percorrere per riportare l’Italia nel novero delle grandi nazioni europee’. (ANSA).

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MOZIONE DI GRANDE SUD CONCERNENTE INIZIATIVE PER FAVORIRE GLI INTERVENTI PRODUTTIVI E L’OCCUPAZIONE NEL MEZZOGIORNO

La Camera,

premesso che:

l’attuale fase di crisi registra nel Mezzogiorno gli effetti peggiori sul piano economico e sociale;
tale situazione nelle regioni del Sud mette in difficoltà l’Italia;

vi è un gap infrastrutturale, in termini di trasporti, logistica, ricerca e innovazione, rispetto al resto del Paese;

un intervento capace di promuovere sviluppo ed occupazione nel Mezzogiorno assume carattere di urgenza, al fine di favorire la ripresa dell’economia meridionale, come base per la crescita e lo sviluppo dell’intero Paese;

gli obiettivi di riequilibrio territoriale, che ispirano la politica europea di coesione economica e sociale, e gli obiettivi di crescita occupazionale stabiliti con la strategia di Lisbona possono essere raggiunti con strumenti di intervento innovativi nel Mezzogiorno;

in questo momento di crisi molte imprese sono costrette alla chiusura, non rientrando nei parametri degli studi di settore; LEGGI TUTTO…

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Manovra, Misiti: lo spread ci impone il si ma attendiamo investimenti per la ricerca scientifica e per il Mezzogiorno d’Italia

Voteremo la manovra Monti per “salvare l’Italia” e forse l’euro ma non è ancora la manovra per lo sviluppo: vanno rafforzati infatti gli atenei italiani e i centri di ricerca per riportare la crescita ai livelli dei paesi emergenti, come hanno fatto la Germania e l’Inghilterra all’apparire della crisi del duemila e sette ma anche paesi come Cina, Turchia, Brasile, Russia e India, -è quanto ha dichiarato l’on. Aurelio Misiti del Gruppo Misto dopo la conferenza stampa del Governo-.

Siamo convinti pure –ha continuato l’onorevole- che, senza realizzare un piano di piccole opere e senza il quadruplicamento ferroviario tra Salerno e Palermo, il Mezzogiorno è destinato all’isolamento e all’impoverimento.

Sono questi i temi – egli ha concluso – che porteranno benéfici effetti all’economia e soprattutto all’occupazione giovanile e femminile.

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Misiti: Le stazioni del TAV rappresentano l’Italia moderna ma metà di essa soffre le carenze ferroviarie

Nel giorno in cui, con italico orgoglio cavourriano è stata inaugurata la nuova stazione Tiburtina a Roma, a cui faranno seguito Torino Porta Susa, Bologna, Napoli Afragola, Reggio Emilia e Firenze, – ha dichiarato l’On. Prof. Aurelio Misiti – rammento con modestia al Governo e al Presidente Napolitano che il trasporto pubblico locale soffre in tutto il Paese e il Sud soffre grandemente le carenze dell’intero comparto ferroviario.

Urge la riforma di FS, richiesta dall’Europa – continua Misiti – che separi Trenitalia, da privatizzare subito, dalla Rete Ferroviari Italiana – RFI – che continuerà a costruire e gestire la rete sotto il controllo diretto dello Stato. E’ questa la via, e non quella di attaccare l’amministratore Moretti, per avere in tutto il territorio nazionale – conclude Misiti – il servizio migliore al più basso costo possibile per il cittadino.

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