Dichiarazione di voto dell’On. Aurelio Misiti, capogruppo Grande Sud-PPA, sulla fiducia posta dal Governo sul dl Sviluppo

Signor Presidente, questo decreto-legge, già approvato dal Senato, ci offre l’occasione per alcune fondamentali osservazioni sulla conclusione anticipata della XVI legislatura. Non c’è dubbio che tredici mesi fa il passo indietro dell’allora Presidente del Consiglio abbia portato a un Governo voluto dal Presidente della Repubblica che anche i membri del precedente Esecutivo hanno sostenuto con lealtà per il bene dell’Italia. Avremmo voluto, così come l’avrebbe desiderato il senatore Mario Monti, un Governo politico e non tecnico, come hanno deciso i partiti maggiori.
Non ci sbagliavamo: i risultati e le attuazioni delle leggi volute dal Presidente Monti non sono stati all’altezza della situazione drammatica in cui il Paese si è trovato. Noi di Grande Sud abbiamo dato la fiducia a Monti per quello che ha rappresentato in campo internazionale e per alcune scelte di politica economica che hanno avuto il merito di calmare i mercati e di porre i nostri conti pubblici in sicurezza, strutturalmente e non con esercizi ragionieristici.
Avremmo invece negato volentieri il voto positivo all’operato di alcuni Ministri che, con piglio da direttori burocrati, hanno insistito su temi come il caso degli esodati, l’articolo 18 e tanti altri provvedimenti settoriali che hanno allontanato la prospettiva della ripresa economica alienandosi per giunta anche la fiducia dei cittadini.
Oggi per la seconda volta votiamo un provvedimento denominato «sviluppo» tendente a farci uscire dalla grave crisi finanziaria, economica e occupazionale, ed è veramente grave che i limiti sopra richiamati dell’Esecutivo hanno condotto alle dimissioni del Presidente Monti che pure si è dimostrato efficace come rappresentante dell’Italia in Europa e nel mondo. Noi lo sosterremo anche oggi, l’abbiamo sempre sostenuto e a maggior ragione oggi perché si chiede la fiducia su un tema fondamentale, cioè sulla creazione delle condizioni favorevoli per le attività imprenditoriali contraddistinte da un elevato contenuto tecnologico.
L’agenda digitale su scuola, sanità e giustizia costituisce un salto di qualità che, se realizzato, porterà l’Italia a ridurre drasticamente le inutili burocrazie imperanti negli uffici pubblici italiani. Ci vorrà molto tempo per realizzare in concreto quanto previsto dalla norma ma gli italiani, anche quando sono indietro, riescono sempre a recuperare rispetto a tutti gli altri popoli dei Paesi sviluppati.
Da rappresentanti dei popoli meridionali, non possiamo tacere sull’introduzione di norme relative ai rapporti contrattuali tra la società Stretto di Messina e il general contractor che è l’Eurolink: attenzione perché queste norme contribuiranno a rendere inaffidabile il nostro Paese di fronte al mondo delle imprese internazionali. Sulle infrastrutture non possiamo condividere l’approccio del decreto-legge che, così com’è, favorisce solo le grandi opere. Oggi avremmo bisogno invece di investimenti per migliaia di piccole e medie opere per far vivere le piccole e medie imprese del settore e avviare quindi la ripresa dell’economia. Ci sono i necessari lavori, diffusi in tutto il territorio, sulla sicurezza sismica e quella idrogeologica, nonché la manutenzione straordinaria delle opere d’arte, stradali e ferroviarie, ma il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha fatto nulla al riguardo e lo stesso Governo non ha mai proposto un piano di questo genere.
Tuttavia qualcosa oggi portiamo a casa con questo decreto-legge e, pertanto, Grande Sud, consapevole dell’importanza di quanto contenuto nel decreto-legge – anche se sarà di difficile attuazione – voterà convintamente la fiducia sia al Governo sia al testo stesso del decreto-legge in discussione.

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Dichiarazione di voto finale dell’on. Aurelio Misiti (Grande SUD-PPA) sulla fiducia posta dal Governo per la “Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese”

Signor Presidente, i deputati di Grande Sud hanno già votato la fiducia e voteranno anche sul provvedimento favorevolmente.
Finalmente la Camera si occupa di sviluppo economico dopo circa due anni in cui ha discusso e approvato manovre finanziarie e tagli come prima difesa dalle ondate della crisi che hanno rischiato di travolgerci. Questo atteso decreto-legge, pur rappresentando un parziale piano per la crescita, è sempre positivo perché tende ad aiutare le piccole imprese, a facilitare l’accesso al credito, a ridurre i tempi burocratici, e fa un serio tentativo per incrementare la realizzazione di infrastrutture utilizzando nuovi strumenti messi a disposizione come i project bond. Nel Capo IX, con l’articolo 60, si affronta anche un tema decisivo per il futuro del Paese, cioè le misure per la ricerca scientifica e tecnologica, che riguardano la ricerca fondamentale di base, la ricerca industriale, e anche lo sviluppo sperimentale.
Il decreto-legge interviene nel settore energetico, sia per la realizzazione infrastrutturale, sia per la regolazione del mercato. In particolare, va segnalata l’importanza strategica delle facilitazioni introdotte dalle Commissioni riunite nella realizzazione dei rigassificatori, che ci daranno non solo il gas di cui abbiamo bisogno a più buon mercato, ma ci renderanno meno dipendenti e meno vulnerabili dai Paesi fornitori attraverso gasdotti fissi.
Va segnalato, inoltre, il potere sanzionatorio in materia di made in Italy, al fine di prevenire le frodi, soprattutto nel Pag. 232campo alimentare, dove più forte è la concorrenza con i paesi del sud del Mediterraneo e con la Cina.
Signor Presidente, voglio sottolineare con forza la positività del Capo 10-bis, che introduce misure per la ricostruzione de L’Aquila, martoriata, e i paesi del cratere, anch’essi colpiti dal terremoto del 2009. Con questo decreto-legge, L’Aquila e gli altri comuni colpiti possono avviare la ricostruzione dei centri storici. In particolare, quello de L’Aquila è unico per la valenza monumentale e per la vastità del necessario intervento. Dopo tre anni preparatori, abbiamo oggi la possibilità di chiudere lo stato d’emergenza e avviare finalmente la reale ricostruzione. La norma precedente risentiva della criticità del post terremoto e di fatto non ha consentito, nonostante il Governo di allora avesse stanziato cospicui fondi, di ricostruire il grande centro storico, di 70 ettari. C’è da ricordare che una città come L’Aquila non era stata mai colpita da un simile sisma, dopo Reggio Calabria e Messina, nel 1908. Quindi, ci troviamo in una posizione particolare, che spiega anche i ritardi. Da oggi in poi, dopo l’approvazione definitiva di questo provvedimento, saremo di fronte al più grande cantiere edile del Paese, con effetti estremamente positivi sull’economia dell’Abruzzo e delle zone limitrofe.
Come ho detto prima, noi voteremo questa legge di conversione. Caro Presidente, il Governo va sostenuto, non va tenuto isolato dal Paese e va anche rafforzato, proprio per gli attacchi speculativi sull’Italia e, se è necessario, la politica ci deve mettere le mani direttamente attraverso anche, come un tempo si faceva, l’immissione di personaggi politici che possano collegare il Governo al Parlamento, ai sindacati, al territorio, ai comuni, all’associazione dei comuni e alle regioni. Quindi, noi abbiamo bisogno di un Governo forte che porti l’Italia fuori da questa situazione di crisi e possa portare gli italiani al voto nel tempo stabilito e cioè ad aprile 2013.

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