Fare acquistare all’ANAS il 51% delle azioni

L’onorevole Aurelio Misiti sulla Società Stretto di Messina
Il Quotidiano della Calabria
Gioia Tauro – Quella dello scioglimento della Società Stretto di Messina ha costituito uno degli ultimi scogli del Governo Prodi. Scioglimento prima approvato in sede di Commissione Bilancio del Senato e successivamente bocciato dall’aula grazie al voto congiunto con l’opposizione del partito del Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
Una vicenda che aveva provocato sin dall’esame della Commissione di Palazzo Madama una scia di polemiche tra il Ministro Di Pietro e una parte della sua stessa maggioranza di Governo tra i quali il collega del dicastero ai Trasporti Alessandro Bianchi che invece vedeva bene la trasformazione della Stretto di Messina in un’agenzia che si occupasse della mobilità dello Stretto. Polemiche che sono continuate con accento marcato specie dopo la decisione a maggioranza del Senato durante la quale il Governo è stato battuto. Di Pietro definì come sciagurata la scelta di una parte della sinistra di chiudere la spa dello Stretto arrivando perfino a quantificare in circa 600 milioni di euro le perdite per il Paese. Tra coloro che conoscono bene i dettagli del ruolo dello Stretto di Messina vi è sicuramente l’on. Aurelio Misiti che tra l’altro è parlamentare di Idv, lo stesso partito di Di Pietro. A lui abbiamo chiesto di spiegarci le ragioni tecniche per le quali un eventuale scioglimento avrebbe provocato la perdita accennata da Di Pietro.

On. Misiti come mai il gruppo dei senatori di Italia dei Valori ha votato contro l’emendamento della maggioranza sulla cancellazione della Società Stretto di Messina?
Italia dei Valori non ha votato contro un emendamento della maggioranza in quanto esso si discostava da quanto sottoscritto nel programma dell’Unione, il quale recita semplicemente che la “costruzione del Ponte sullo Stretto non è prioritaria”. L’emendamento in questione avrebbe avuto conseguenze devastanti.

Quali in particolare?
Avremmo rinunciato ad un progetto del valore di 150 milioni di euro ed avremmo dovuto pagare una penale certa di 350 milioni, con apertura di un possibile contenzioso con il “General Contractor”, con risultati imprevedibili.

Perché qualcuno sostiene che avrebbe avuto anche strascichi in sede di Corte Costituzionale?
Forse si fa riferimento al fatto che due dei cinque azionisti pubblici sono Calabria e Sicilia, che avrebbero potuto impugnare la legge presso la Suprema Corte. Noi di Italia dei Valori pensiamo invece che la soluzione migliore sia quella di fare acquistare all’Anas il 51% delle azioni e, nelle more, utilizzarla come società di ingegneria per lavori stradali dell’Azienda di Stato.

Quali sono le conseguenze politiche di quel voto?
Non ci sono conseguenze politiche rilevanti di quel voto, in quanto, se si è in buona fede, si comprende il vero significato e cioè: Italia dei Valori vuole ridurre i costi della “politica” e delle Amministrazioni. Inoltre è rilevante il fatto che viene consentito ad un futuro Governo di realizzare l’opera senza dover cominciare tutto daccapo.

m. a.



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