Intervista del prof. Aurelio Misiti al settimanale “GIALLO” su USTICA: “AD ABBATTERE L’AEREO FU UN ORDIGNO PIAZZATO NEL BAGNO”.

 

 

 

 

 

 

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Ustica, la testimonianza del Prof. Misiti: «fu una bomba ad abbattere l’aereo»

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Aurelio Misiti sul collegamento Reggio Calabria-Messina: Sostenibilità e Fattibilità

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Incontro operativo su: Progetto di Sistema per il Sud e Ponte sullo Stretto

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Il ponte sbagliato

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Il ministro Musumeci a Milazzo. “Il Ponte ostaggio delle ideologie. Ecco perché adesso deve essere realizzato”

Voce di Sicilia 

05/03/2023

Il ministro Musumeci

 a Milazzo. “Il Ponte ostaggio delle ideologie. Ecco perché adesso deve essere realizzato”

E’ giunto nel pomeriggio di oggi a Milazzo il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Il Ministro accolto dal Sindaco di Milazzo Pippo Midili, ha partecipato ad un evento del Kiwanis di Milazzo dal titolo “Il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo”. L’evento si è tenuto presso il Teatro “Trifiletti” di Milazzo ed è stato coordinato dal socio del club mamertino, Ant

onio Lanuzza. Il convegno si è aperto con i saluti sindaco Pippo Midili, del presidente del Comitato past governatori, Nicola Russo e del presidente del Kiwanis, Giovanni Bottari. Ha moderato l’intervento dei relatori il past president Federazione europea Kiwanis, Gianfilippo Muscianisi. Presenti al convegno l’onorevole Pino Galluzzo, deputato regionale, ed il prof. Domenico Venuti nella qualità di Consigliere Nazionale con competenza regione Sicilia dell’Associazione Nazionale del Fante, riconosciuta dal Ministero Difesa.

Relatori sono stati il presidente dell’associazione “Europa Mediterraneo”, Cosimo Inferrera (“La Sicilia è nella rete portuale del Mediterraneo?”); il presidente veterano del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Aurelio Misiti (“Il Ponte sullo Stretto, priorità strategica. Stato dell’arte”), il dottor Francesco Attaguile, già sindaco di Catania (“La road map delle infrastrutture portuali in Sicilia”) e il prof. Adriano Giannolla, ordinario economia all’Università Federico II di Napoli. Ha chiuso i lavori il Ministro Nello Musumeci.

IL PONTE OSTAGGIO DELLE IDEOLOGIE

“Il Ponte sullo Stretto è sempre stato ostaggio delle ideologie” ha detto il Ministro Musumeci, “per vicende politiche regionali risalenti alla presidenza della Regione detenuta da Crocetta, e che vedeva me all’opposizione, il progetto del ponte divenne ‘di destra’, avversato, invece, dalla sinistra. Ma il ponte non è né di destra, né di sinistra: è una necessità. E non può essere avversato sostenendo che ‘prima bisogna fare le strade che mancano in Sicilia’. Le strade provinciali, quelle statali e le autostrade, così come le ferrovie, non sono mai state di competenza della Regione. Se finora non sono state potenziate, se ancora oggi la ferrovia siciliana, come quella del Sud d’Italia non consente ai treni ad alta velocità di viaggiare allo stesso modo di come viaggiano da Salerno in su, lo dobbiamo al fatto che nessuno a Roma si è interessato a far diventare obiettivi concreti i temi della legge obiettivo del 2001/2002. Ma questo non vuol dire che strade e ferrovie siciliane non possano essere rimodernate contestualmente con la costruzione del ponte”.

IL PONTE E GLI EVENTI SISMICI

“Ai politici spetta il compito di dare l’indirizzo, ai tecnici di realizzare quanto la politica indica. Nessuno può ancora dire che il ponte sullo stretto non può realizzarsi perché sussiste il rischio sismico. Anche un geometra appena diplomato sa che il principio di elasticità è in grado di ovviare a questo problema e che esistono ponti al mondo costruiti in zone ben più pericolose in termini di possibili terremoti. E che vi sono strutture simili al ponte sullo Stretto che hanno resistito ad eventi sismici di notevole intensità” ha detto ancora Musumeci.

ECCO PERCHE’ IL PONTE DEVE ESSERE COSTRUITO

L’INSURALITA’

“E allora ecco perché il Ponte sullo Stretto deve essere costruito: in primo luogo per il riconosciuto principio dell’insularità. Un fatto che costa circa 6 miliardi di euro l’anno. Un costo che con il ponte e con la libera e veloce circolazione di treni e trasporti può essere pressocché cancellato, sicuramente ridotto. La Sicilia, che è chiamata ad un ruolo centrale nel Mediterraneo, ha, insomma, bisogno di non fermare i camion per tre ore e i treni per due ore sulla sponda della Calabria. Ha bisogno di muovere le persone e le merci velocemente tra le due sponde.

IL CAMBIAMENTO CULTURALE

A quella parte di noi siciliani a cui piace essere isola, bisogna dire che un ponte non fa venire meno il principio romantico dell’insularità. Noi siciliani dobbiamo avere un approccio culturale diverso con il nostro presente e con il nostro futuro per non continuare a restare marginali. Insomma basta rassegnazione, fatalismo, individualismo, spirito anarcoide, basta affidare al fato ogni nostra azione. Mentre i nostri ragazzi partono per andare all’estero, dobbiamo decidere noi il nostro futuro.

IL MEDITERRANEO E’ CAMBIATO

Altro tema importante è che il Mediterraneo cambia: non è più quello di trent’anni fa. Oggi il confronto non è più Est/Ovest, ma Nord/Sud, offrendo nuove prospettive. L’unica a non essersene accorta è l’Europa mentre l’Africa cambia. E fra 10 anni sarà una potenza concorrente con l’Europa, perché l’Africa è diventata terra di conquista di Cina e Russia. Ma se c’è un continente che debba sentirsi proiettato verso l’Africa è proprio l’Europa. Il Ponte, in un Mediterraneo che cambia, consente alla Sicilia di diventare hub per l’Europa. E’ la Sicilia che si accredita come naturale pontile d’Europa verso l’Africa. Insomma l’Italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo”.

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Intervista al Prof. Aurelio Misiti già Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti

Misiti: “Troppi parlano del Ponte sullo Stretto ma la scelta spetta agli esperti veri”

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Misiti su “Autostrada Taranto – Reggio Calabria”

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LA MACROREGIONE EUROPEA DEL MEDITERRANEO: PERCHE’ ORA

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“All’UE serve un Sud dotato di infrastrutture per arrivare in Africa”

Misiti: «Obiettivo togliere spazio all’egemonia di Cina, Russia e Turchia Il porto di Augusta è fondamentale assieme a quello di Gioia Tauro»

di Michele Guccione

“L’Europa, soprattutto Germania e Francia non potendo poù svipuppare le proprie attività economiche e l’export a Nord dopo la Brexit e a Est per l’acuirsi delle tensioni con Russia e Turchia, ha assoluta necessità di espandersi in Nord e Centro Africa, non secondo il vecchio colonialismo, ma per produrre lì e commercializzare sia in questo continente, che avrà presto 3 miliardi di abitanti, sia nel resto del mondo. Ha necessità di essere presente per togliere spazio all’egemonia africana di Cina, Turchia e Russia. E per farlo, l’Europa ha estremo bisogno che il Sud Italia diventi presto un hub logistico capace di fare arrivare in 24 ore le merci a Francoforte e a Parigi via treno».

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