Luigi Li Gotti e Aurelio Misiti intervistati da “il Crotonese”: Idv, no ai condannati e ai rinviati a giudizio

Per le prossime elezioni provinciali, l’Italia dei Valori ripone la propria fiducia nel centrosinistra e si spenderà perché si creino le condizioni minime per poter proporre questa formula. Ma perché questo accada è tuttavia necessario che il Partito democratico faccia chiarezza al proprio interno, “diviso com’è da una profonda spaccatura, dagli effetti di un’unificazione forzata e dall’azione della magistratura che ha colpito alcuni suoi dirigenti, in particolare uno”.

Aurelio Misiti, parlamentare e segretario regionale del partito di Antonio Di Pietro, è giunto a Crotone sia per riaffermare l’impegno a favore di questo territorio, attraverso un’articolata campagna elettorale, ma anche, indirettamente, per sollecitare risposte nel Pd in ordine alla ricerca di “condizioni minime” di collaborazione e all’individuazione “della candidatura migliore”.

Misiti, partecipando sabato 28 febbraio ad un forum nella nostra redazione, ha evidenziato come la situazione sia di gran lunga più chiara per le elezioni alla Provincia di Cosenza e ha comunque spiegato che la decisione di allearsi con il Pd o di correre da soli dipenderà, qui a Crotone, dalle determinazioni che verranno assunte dall’Idv nazionale “trattandosi – specifica – di un territorio provinciale”.

Ma, indipendentemente da come si evolverà la trattativa politica, l’Italia dei Valori su una cosa sembra essere inamovibile, come tiene a ribadire Luigi Li Gotti rappresentante dell’Italia dei Valori a Palazzo Madama: “sul piano dell’etica presteremo molta attenzione – esclama – ai nomi dei nuovi proposti”, aggiungendo che tutto è destinato a diventare più difficile se gli alleati, proprio su questo punto non “recupereranno” e non daranno risposte convincenti.

Per Idv non vanno candidate persone condannate in primo grado o rinviate a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione e per reati gravi. “La Calabria – dichiara categorico Li Gotti – non si può più affrancare dall’etica”. Quanto al crotonese, poi, questo criterio è tanto più importante se si pensa al “massacro giudiziario” che ha riguardato (con la vicenda relativa al primo presidente) l’ente intermedio: “una provincia giovane partita con il piede sbagliato”.

Entrando più nello specifico, Misiti ha evidenziato come è “un fatto interno al Pd se confermare o meno Iritale. Sappiamo che il presidente aspirerebbe ad avere la riconferma, ma finché non lo decide, evidentemente, lo stato maggiore del Partito democratico provinciale di Crotone e quello regionale, sarà difficile per noi fare alleanze con qualcuno; perché oltre al presidente probabilmente ce ne saranno altri che hanno la stessa aspirazione. Io penso che a Crotone, probabilmente, si andrà a delle primarie di coalizione. Se ciò avvenisse noi valuteremo la proposta e dopo ci regoleremo di conseguenza. Noi aspiriamo ad avere un accordo programmatico e politico con il Pd. Per il momento – aggiunge Misiti – Ci incontriamo con tutti, con il presidente Iritale, con il vicepresidente, con il segretario di partito… stiamo facendo operazione di conoscenza”.

Sollecitato, Misiti è entrato anche nel merito dell’azione amministrativa della giunta di centrosinistra uscente: “Abbiamo molte luci ma anche qualche ombra. Certo il gruppo dirigente istituzionale mi sembra che non abbia agito in modo diverso e meno incisivo di tante altre giunte di centrosinistra del Mezzogiorno e della Calabria”. “Se un difetto c’è – osserva Misiti – è una incapacità di realizzare i programmi precedenti”. Programmi, riconosce Misiti che “sono legati a quello che avviene alla Regione”; ente che invece è in ritardo nell’attuazione del decentramento amministrativo con la legge 34.

Quali quindi le responsabilità dell’amministrazione Iritale? “Per esempio – spiega il segretario regionale di Idv – ci sono dei lavori pubblici che sono in corso da anni che non sono stati completati, pur avendo a disposizione i finanziamenti. Ci sono addirittura strade previste e programmate da me (da assessore regionale nella precedente legislatura, ndr) ancora in corso di realizzazione”. Ma non solo. “Ho visto con i miei occhi – osserva Misiti – il miglioramento dei fiumi che hanno provocato la strage qua a Crotone (l’alluvione del ’96, ndr)”, ma “che adesso, dopo aver fatto tutte le opere”, sono prive della “manutenzione straordinaria ed ordinaria”, tanto che “se venisse di nuovo un grande avvenimento pluvionale, insomma, ci sarebbe di nuovo un disastro. Questa è una colpa della Regione ma anche la Provincia e il Comune si devono muovere in questa direzione, no?”.

Misiti ritorna anche sull’ammodernamento della ‘106’ con lo Stato che si è “ritratto” dagli impegni presi da Di Pietro (progettazione della Crotone-Crucoli) da quando il leader di Italia dei Valori non è più ministro. “Diciamola pure tutta – è l’ammessione in sincerità di Misiti – se la ‘106’ non viene affrontata con un criterio di autostrada da Taranto a Reggio Calabria, è chiaro che tutti i comitati, tutte le iniziative andranno in fumo, sono perdite di tempo perché non c’è una volontà politica di affrontare bene la situazione”. “Il progetto caldeggiato dal Popolo delle libertà, quantomeno di Catanzaro, è quello di concentrare gli sforzi – ad intervenire è il senatore Li Gotti – per la realizzazione dell’arteria Cosenza-Marcellinara, strategica solo per la provincia di Catanzaro. Lo ha chiesto il senatore Speziali al sottosegretario Letta nell’incontro sui danni del maltempo in Calabria”.

La soluzione proposta da Idv, invece, è quella di procedere per lotti, partendo da Sibari che è collegata con l’A3. La strada ionica, ma anche la ferrovia, dovrebbero poi confluire nel corridoio 8, da Reggio fino a Bari e da lì nei Balcani. “Questo è un programma che secondo me deve essere fatto da 10 a 20 anni, ma nessuno vuole inserirsi in queste cose perché si pensa solo alle cose che si faranno nei prossimi 3-4 anni” fino alle elezioni successive è l’amara constatazione di Misiti. Se non si rinnovano le infrastrutture ferroviarie e dei trasporti, il rischio, ammoniscono ancora i rappresentanti di Idv, è di “lasciare il Mezzogiorno nelle condizioni di almeno 50-60 anni di ritardo”.



Commenti e Pings non sono al momento consentiti.