Decreto-legge semplificazione, intervento dell’on.Misiti sul voto di fiducia

Signor Presidente, Grande Sud ha illustrato, in modo ampio ed esaustivo, il proprio punto di vista sul decreto-legge semplificazione, sia in Commissione, sia in Aula in sede di discussione sulle linee generali. Per quanto riguarda i contenuti, quindi, anche se non sono stati accolti molti nostri emendamenti migliorativi, nel complesso, diamo un giudizio positivo.

Riteniamo, infatti, che per acquistare maggiore competitività il Paese non può non semplificare la selva normativa in cui si è cacciato negli anni, che nonostante i provvedimenti dei precedenti Governi – e, in particolare, dei Ministri Bassanini, Brunetta, Bersani e Calderoli – ancora oggi è causa di ritardi in tanti settori della vita pubblica italiana. Spesso si sente dire, o si scrive, che i ritardi vanno attribuiti alla burocrazia, dimenticando che i dipendenti, i funzionari e i dirigenti della pubblica amministrazione non fanno altro che applicare le migliaia di leggi, contorte spesso, che noi produciamo.
Ben venga, dunque, questo decreto e altri sullo stesso argomento.

Il collega onorevole Iapicca ha esaminato ieri in dettaglio il provvedimento, e sulla base di questo esame ha dato il nostro giudizio positivo. Sul piano formale, però, sarebbe ingiusto non osservare, con una certa preoccupazione, che lo svuotamento delle funzioni del Parlamento, avviato nel 2006, continua con l’attuale Governo, che per certi versi è benemerito, perché si è assunto il gravoso compito di far uscire l’Italia dalla crisi economica e contribuire a farne uscire l’Europa.

È anche per questo motivo che auspichiamo il ritorno della politica qui nel Parlamento al massimo nel 2013. Dalla crisi, però, è giusto che si esca riformando lo Stato, in primo luogo lo stesso Parlamento. Fino a quella data, però, non si può stare con le mani in mano, e nessuno può pensare che un Governo in carica debba occuparsi solo di un aspetto della politica italiana, cioè della politica economica. Pertanto, se il Governo deve durare fino al 2013, dobbiamo dargli fiducia e commissionare ad esso una funzione più generale per riformare lo Stato.

Altrimenti, in primavera apportiamo le modifiche alle legge elettorale su iniziativa di chi sostiene il Governo e si interroghino i cittadini. Questa via, però, sarebbe una scorciatoia non auspicabile per il Paese, in quanto la crisi del bipolarismo attuale, e di conseguenza dei maggiori partiti, non è ancora finita. Noi di Grande Sud, invece, siamo convinti che questo Governo può operare ancora nel 2013 e potrà sanare molte anomalie del passato e, in primo luogo, può affrontare il problema, la grande questione politica, del Mezzogiorno d’Italia, che ha sì un aspetto economico molto grande, ma presenta aspetti sociali e di politica generale che solo un Governo sostenuto da un grande schieramento di forze – come il Governo Monti, che noi paragoniamo al tentativo fallito di Governo Maccanico del 1996 – potrà affrontare e, magari, perché no, anche risolvere, la questione meridionale positivamente.

Quindi, Grande Sud, con convinzione, voterà la fiducia al Governo



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