Interrogazione a risposta immediata presentata da Grande Sud al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sul sistema autostradale italiano – Risposta del Ministro – Replica On. Misiti

MISITI, FALLICA, GRIMALDI, IAPICCA, MICCICHÈ, PITTELLI, PUGLIESE, SOGLIA, STAGNO D’ALCONTRES e TERRANOVA — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il sistema autostradale italiano, costruito negli anni del boom economico, è stato realizzato con investimenti finanziati dall’Iri, che gli utenti, nei successivi cinquant’anni, hanno rimborsato sia in termini di capitale che di interessi, fornendo anche le risorse per la manutenzione e la gestione autostradale;
le uniche eccezioni sono rappresentate da: Salerno-Reggio Calabria, Catania-Palermo, Palermo-Trapani-Castelvetrano; tali autostrade sono state realizzate con finanziamento a fondo perduto dello Stato, la cui gestione ha lasciato molto a desiderare in quanto a manutenzione e sicurezza dell’infrastruttura;
si rende necessario completare il sistema autostradale meridionale attraverso il completamento o la realizzazione delle seguenti arterie viarie: A3, nuova 106 jonica e relative trasversali, tangenziale di Palermo, Palermo-Agrigento, Gela-Castelvetrano, Trapani-Marsala-Mazara del Vallo, ricorrendo al project-financing;
nel Mezzogiorno, contrariamente a quanto avviene al Nord, un progetto autostradale o di altra opera pubblica viene considerato «bancabile» se lo Stato contribuisce al finanziamento per almeno il cinquanta per cento dell’investimento;
in carenza di risorse finanziarie lo Stato renderebbe «bancabili» i progetti di nuove autostrade sopra menzionati attraverso la messa a disposizione delle infrastrutture già realizzate, trasformando così i finanziamenti a fondo perduto, prima concessi, in finanziamenti produttivi;
la gestione delle strade e delle autostrade in cui è previsto il  pedaggio, per esperienza cinquantennale, risulta la più conveniente per lo Stato e per i cittadini;
la riforma in atto dell’Anas consente, se attuata secondo la 98 del 2011, lettera e lo spirito dell’articolo 36 del decreto-legge n. di ricercare il partner privato, composto da quaranta-cinquanta tra imprese e banche nazionali o internazionali, con bando internazionale pubblicato dalla costituenda agenzia, e di utilizzare l’Anas s.p.a. concessionaria nella gestione, insieme al partner privato, di tutto il sistema autostradale meridionale –:
se sia nell’agenda del Governo l’obiettivo del completamento del sistema autostradale italiano con il project-financing, al fine di contribuire al superamento del gap infrastrutturale ed economico tra il Sud e il Centro-Nord del Paese. (3-02365)

RISPOSTA DEL MINISTRO DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento.

Signor Presidente, onorevole interrogante, le rispondo dandole lettura di un testo ricevuto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Come noto, fino alla fine degli anni Novanta lo Stato ha garantito la copertura quasi integrale degli investimenti di infrastrutture. Invece, a partire dal 2001, con la legge obiettivo, la quota pubblica nella realizzazione delle infrastrutture strategiche si è ridotta al 50 per cento, fino ad arrivare dal 2008 in poi, con l’attuale legislatura, al 20-30 per cento.
La scelta di coinvolgere capitali privati nella realizzazione di nuovi assi autostradali è diventata un riferimento portante dell’attuale Governo. Si ricorda, a tale proposito, il decreto-legge n. 83 del 2012, il quale – oltre a sostenere la rilevanza della defiscalizzazione nella realizzazione delle opere – ha migliorato le condizioni di accesso del capitale privato, prevedendo un trattamento fiscale agevolato per i project bond, al fine di renderli effettivi ed appetibili. La lista degli interventi supportati parzialmente o totalmente da capitali privati e destinata ad infrastrutture autostradali del Mezzogiorno è caratterizzata da due distinti ambiti funzionali: il primo Caianello-Benevento e Catania-Ragusa ubicati nel Mezzogiorno e il secondo comprendente gli assi autostradali Termoli-San Vittore – Pontida funzionali alla fluidificazione del traffico del Mezzogiorno continentale.
Per gli interventi agli assi autostradali citati, la quota pubblica, su un costo globale di 4.065 milioni (cioè 4,06 miliardi) di euro, supera di poco 1,4 miliardi di euro. Anche altri sistemi autostradali oggetto di project financing già definiti nel centro-nord del Paese (come quelli relativi agli assi Cecina-Civitavecchia, Orte-Mestre, Porto di Ancona-autostrada adriatica, Pedemontana lombarda, Pedemontana piemontese, Bre-Be-Mi, tangenziale esterna est di Milano e nodo autostradale di Bologna) fanno registrare, su un valore globale degli interventi di 22,9 miliardi di euro, una quota pubblica che supera di poco gli 1,4 miliardi. È evidente, pertanto, l’intenzione del Governo di coinvolgere capitali privati in modo da salvaguardare la quota pubblica di investimenti in infrastrutture per interventi a bassa redditività.
Si è provveduto a garantire tempi certi e costi certi sia nell’approvazione che nella realizzazione delle opere attraverso una serie di appositi provvedimenti normativi.

REPLICA DELL’ON. AURELIO MISITI

Signor Presidente, mi dispiace per la risposta, che è del tutto burocratica e conosciuta.

Il problema è che ho fatto una domanda precisa, a cui non si è voluto rispondere. Tra l’altro, nella risposta del Ministro abbiamo visto che dice che al posto del 50 per cento, il contributo pubblico si deve ridurre al 20-30 per cento, il che significa che le opere con il project financing saranno appetibili da parte dei privati, dai fondi e da altri ancora, soltanto nel centro-nord. Quindi, lo sappiamo benissimo. Vi è una lunga fila di grandi opere nel centro-nord che hanno 20-30 per cento di capitale pubblico mentre il resto è privato. Nel sud nessuna, a parte queste citate che sono, evidentemente, una piccolissima parte rispetto alle esigenze – diciamo il 5 per cento – del Mezzogiorno. Pertanto, nella risposta data dal Ministro alla mia interrogazione a risposta immediata non è stato detto se nell’agenda del Governo vi sia o non vi sia la posizione che dice che bisogna costruire la nuova ionica, la Palermo-Agrigento, la Gela-Castelvetrano e altre ancora. Avevo fatto delle domande precise, ma vi è stata una risposta estremamente burocratica.
Devo dire, dunque, di essere profondamente insoddisfatto dalla risposta.

 



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