Crollo del ponte di Baltimora. Commento del prof. Aurelio Misiti, già Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Da l’ecodelsud.it – 26/03/2024

“Il ponte di Baltimora su un fiume navigabile, fu costruito nel 1977 in ferro, con una campata massima di 345 metri.
Ben diversi sono i ponti Akashi e quello turco dei Dardanelli , costruiti sugli stretti marini, aventi campata principale di circa 2000 metri.
In questi casi, come pure negli altri ponti simili, la navigabilità è autorizzata solo al centro della campata in un tratto di circa 300 metri. Inoltre, qualora ci fosse una nave in avaria che non è più governabile dai piloti, se si avvicinasse all’area di base dei pilastri si scontrerebbe
con i cassoni di acciaio ripieni di calcestruzzo, di diametro 80 metri, fissati sul fondo marino a protezione dei pilastri posti al centro del cassone.
In altri termini, se un autoveicolo perde il controllo su un ponte in autostrada va a sbattere sul guardrail, che se è realizzato bene impedisce la caduta nel fiume; così se si perde il controllo di una nave e va a sbattere sul cassone protettivo del pilastro, la nave subirà danni ma il ponte resterà intatto.

I grandi ponti devono avere una grande attenzione alla sicurezza, per evitare tragedie; le costruzioni del passato non sempre hanno garantito la massima sicurezza”

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Ponte sullo Stretto, parla Aurelio Misiti già presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Ponte sullo Stretto, parla Misiti: le raccomandazioni del Cs vanno inserite nel progetto definitivo, non rinviate a quello esecutivo

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Intervista del prof. Aurelio Misiti al settimanale “GIALLO” su USTICA: “AD ABBATTERE L’AEREO FU UN ORDIGNO PIAZZATO NEL BAGNO”.

 

 

 

 

 

 

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Ustica, la testimonianza del Prof. Misiti: «fu una bomba ad abbattere l’aereo»

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Aurelio Misiti sul collegamento Reggio Calabria-Messina: Sostenibilità e Fattibilità

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Incontro operativo su: Progetto di Sistema per il Sud e Ponte sullo Stretto

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Il ponte sbagliato

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Il ministro Musumeci a Milazzo. “Il Ponte ostaggio delle ideologie. Ecco perché adesso deve essere realizzato”

Voce di Sicilia 

05/03/2023

Il ministro Musumeci

 a Milazzo. “Il Ponte ostaggio delle ideologie. Ecco perché adesso deve essere realizzato”

E’ giunto nel pomeriggio di oggi a Milazzo il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Il Ministro accolto dal Sindaco di Milazzo Pippo Midili, ha partecipato ad un evento del Kiwanis di Milazzo dal titolo “Il ruolo della Sicilia nel Mediterraneo”. L’evento si è tenuto presso il Teatro “Trifiletti” di Milazzo ed è stato coordinato dal socio del club mamertino, Ant

onio Lanuzza. Il convegno si è aperto con i saluti sindaco Pippo Midili, del presidente del Comitato past governatori, Nicola Russo e del presidente del Kiwanis, Giovanni Bottari. Ha moderato l’intervento dei relatori il past president Federazione europea Kiwanis, Gianfilippo Muscianisi. Presenti al convegno l’onorevole Pino Galluzzo, deputato regionale, ed il prof. Domenico Venuti nella qualità di Consigliere Nazionale con competenza regione Sicilia dell’Associazione Nazionale del Fante, riconosciuta dal Ministero Difesa.

Relatori sono stati il presidente dell’associazione “Europa Mediterraneo”, Cosimo Inferrera (“La Sicilia è nella rete portuale del Mediterraneo?”); il presidente veterano del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Aurelio Misiti (“Il Ponte sullo Stretto, priorità strategica. Stato dell’arte”), il dottor Francesco Attaguile, già sindaco di Catania (“La road map delle infrastrutture portuali in Sicilia”) e il prof. Adriano Giannolla, ordinario economia all’Università Federico II di Napoli. Ha chiuso i lavori il Ministro Nello Musumeci.

IL PONTE OSTAGGIO DELLE IDEOLOGIE

“Il Ponte sullo Stretto è sempre stato ostaggio delle ideologie” ha detto il Ministro Musumeci, “per vicende politiche regionali risalenti alla presidenza della Regione detenuta da Crocetta, e che vedeva me all’opposizione, il progetto del ponte divenne ‘di destra’, avversato, invece, dalla sinistra. Ma il ponte non è né di destra, né di sinistra: è una necessità. E non può essere avversato sostenendo che ‘prima bisogna fare le strade che mancano in Sicilia’. Le strade provinciali, quelle statali e le autostrade, così come le ferrovie, non sono mai state di competenza della Regione. Se finora non sono state potenziate, se ancora oggi la ferrovia siciliana, come quella del Sud d’Italia non consente ai treni ad alta velocità di viaggiare allo stesso modo di come viaggiano da Salerno in su, lo dobbiamo al fatto che nessuno a Roma si è interessato a far diventare obiettivi concreti i temi della legge obiettivo del 2001/2002. Ma questo non vuol dire che strade e ferrovie siciliane non possano essere rimodernate contestualmente con la costruzione del ponte”.

IL PONTE E GLI EVENTI SISMICI

“Ai politici spetta il compito di dare l’indirizzo, ai tecnici di realizzare quanto la politica indica. Nessuno può ancora dire che il ponte sullo stretto non può realizzarsi perché sussiste il rischio sismico. Anche un geometra appena diplomato sa che il principio di elasticità è in grado di ovviare a questo problema e che esistono ponti al mondo costruiti in zone ben più pericolose in termini di possibili terremoti. E che vi sono strutture simili al ponte sullo Stretto che hanno resistito ad eventi sismici di notevole intensità” ha detto ancora Musumeci.

ECCO PERCHE’ IL PONTE DEVE ESSERE COSTRUITO

L’INSURALITA’

“E allora ecco perché il Ponte sullo Stretto deve essere costruito: in primo luogo per il riconosciuto principio dell’insularità. Un fatto che costa circa 6 miliardi di euro l’anno. Un costo che con il ponte e con la libera e veloce circolazione di treni e trasporti può essere pressocché cancellato, sicuramente ridotto. La Sicilia, che è chiamata ad un ruolo centrale nel Mediterraneo, ha, insomma, bisogno di non fermare i camion per tre ore e i treni per due ore sulla sponda della Calabria. Ha bisogno di muovere le persone e le merci velocemente tra le due sponde.

IL CAMBIAMENTO CULTURALE

A quella parte di noi siciliani a cui piace essere isola, bisogna dire che un ponte non fa venire meno il principio romantico dell’insularità. Noi siciliani dobbiamo avere un approccio culturale diverso con il nostro presente e con il nostro futuro per non continuare a restare marginali. Insomma basta rassegnazione, fatalismo, individualismo, spirito anarcoide, basta affidare al fato ogni nostra azione. Mentre i nostri ragazzi partono per andare all’estero, dobbiamo decidere noi il nostro futuro.

IL MEDITERRANEO E’ CAMBIATO

Altro tema importante è che il Mediterraneo cambia: non è più quello di trent’anni fa. Oggi il confronto non è più Est/Ovest, ma Nord/Sud, offrendo nuove prospettive. L’unica a non essersene accorta è l’Europa mentre l’Africa cambia. E fra 10 anni sarà una potenza concorrente con l’Europa, perché l’Africa è diventata terra di conquista di Cina e Russia. Ma se c’è un continente che debba sentirsi proiettato verso l’Africa è proprio l’Europa. Il Ponte, in un Mediterraneo che cambia, consente alla Sicilia di diventare hub per l’Europa. E’ la Sicilia che si accredita come naturale pontile d’Europa verso l’Africa. Insomma l’Italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo”.

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Intervista al Prof. Aurelio Misiti già Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti

Misiti: “Troppi parlano del Ponte sullo Stretto ma la scelta spetta agli esperti veri”

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Misiti su “Autostrada Taranto – Reggio Calabria”

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