Dopo Locri, Rosarno: il primo maggio si sposta in Calabria

La delegazione dell’associazione politico-culturale ProCalabria, guidata dall’on. Aurelio Misiti del Gruppo misto della Camera, ha partecipato alla manifestazione del primo maggio a Rosarno, dove Epifani, Bonanni e Angeletti hanno tenuto il comizio principale della festa dei lavoratori così come è stato nel 2006, dopo l’assassinio di Francesco Fortugno.
Nei giorni scorsi abbiamo messo in guardia i dirigenti sindacali sul possibile significato negativo che avrebbe potuto assumere una siffatta manifestazione se fosse stata vista soltanto come un’azione simbolica riparatrice degli incresciosi avvenimenti verificatisi  nel gennaio scorso.
Il primo maggio a Rosarno di Cgil, Cisl e Uil non ha corso questo rischio ed ha acquistato invece un significato simbolico ma anche di proposta verso il Governo del Paese.  Epifani infatti ha chiesto con forza un piano per l’occupazione, mentre Bonanni e Angeletti hanno trattato altre importanti questioni.
Vanno fatte però due riflessioni: la prima riguarda il tipo di partecipazione. Abbiamo notato l’assenza dei lavoratori e disoccupati della Piana mentre hanno prevalso le presenze di delegazioni sindacali e associative. La seconda riflessione, legata alla prima, riguarda i contenuti dei discorsi del sindacato. A noi è sembrato infatti che in quei discorsi ci fosse una evidente carenza di proposte relative allo sviluppo del Mezzogiorno. Come ci può essere infatti un piano occupazionale se non si hanno concrete indicazioni sul come, cosa, dove questi lavoratori dovrebbero essere occupati? In quali settori: i servizi, il terziario, la nuova economia, la logistica, le attività portuali? Eppure la manifestazione si è tenuta a piazza Valarioti di Rosarno, cioè a meno di dieci chilometri dal più grande porto di transhipment del Mediterraneo, che vive gli effetti dirompenti della crisi economica mondiale.
Più in generale c’è da domandarsi se i partiti nazionali, di centrosinistra e di centrodestra, i sindacati, hanno elaborato proposte credibili per il Mezzogiorno, per la Calabria e per la piana di Gioia Tauro. A nostro parere non si sono evidenziate soluzioni dei problemi per le abitazioni civili per gli immigrati e per i lavoratori italiani senza tetto; non ci sono proposte di come in agricoltura si possano risolvere i problemi dei piccoli proprietari della terra, i quali sono le prime vittime della crisi economica generale e anche della situazione di illegalità che imperversa nel nostro territorio.
Le forze dell’ordine e la magistratura, proprio in questa ultima settimana, hanno svolto compiti assolutamente importanti e significativi, arrestando decine di piccoli, medi e grossi personaggi legati alle cosche. Ma evidentemente l’illegalità diffusa ha radici profonde e anche su questo è necessaria un’azione coordinata delle forze sociali e delle forze politiche meridionali per smantellare definitivamente il malaffare.
È con questo spirito e con queste riflessioni che ProCalabria inviterà tutti gli amici nel Parlamento e nei governi, ad ogni livello, nei sindacati, nei partiti e nelle associazioni, a lavorare per la fine dell’assistenzialismo e per l’avvio di una nuova fase i cui protagonisti non possono che essere i giovani calabresi, gli amministratori locali, gli intellettuali, i ricercatori delle nostre università, i quali vanno sostenuti per rimanere e per attirare con le loro “gesta” anche quei cervelli che hanno lasciato il nostro territorio.

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